PAOLO ZICCONI – L’omaggio a Luigi Tenco – Di Giacomo Serreli

L’artista algherese reinterpreta nel suo nuovo disco il repertorio meno conosciuto del grande cantautore

testo di Giacomo Serreli

Paolo Zicconi aveva esordito discograficamente nel 1999 con Andiras, un lavoro nel quale traspariva intensamente la su impostazione di “cantante colto” attraverso una rivisitazione, quasi “lirica”, di motivi popolari della tradizione sarda e della sua Alghero.
Cambia registro quasi tre lustri dopo, nel 2013, con un lavoro interamente dedicato a Luigi Tenco che prende il titolo di In qualche parte del mondo, che è anche uno dei brani più “sognanti” del repertorio del cantautore genovese.
Un amore che parte da lontano, il suo per Luigi Tenco. Il primo incontro risale al 1967 quando, ancora ragazzino, venne colpito da quella morte drammatica e insieme misteriosa avvenuta durante il Festival di Sanremo; in quella, cioè, che era la più importante vetrina della televisione e della musica leggera italiana.

Dopo il diploma in Conservatorio, i numerosi corsi e stage di canto e una carriera nella musica lirica, questo progetto rappresenta dunque un ritorno alle origini ma con approcci nuovi, tipici di un cantante che ha alternato la musica lirica con l’esperienza etnica, particolarmente ricca e importante, della Sardegna, e con l’amore per la canzone d’autore.

Luigi Tenco in questo CD viene rappresentato attraverso dieci brani, tra i meno conosciuti ma non meno belli, in un percorso che propone le canzoni d’amore visto nelle varie fasi della vita: da quella fanciullesca de Il mio regno a quella adolescenziale de Il tempo passò, o del brano che dà il titolo all’intero lavoro, fino all’amore de La ballata dell’amore, quello più maturo e sofferto di Com’è difficile, Guarda se io e Se sapessi come fai, nel quale l’organo Hammond imprime energia e caratteri pienamente vintage.

Già da quei brani, pur se figli di una formazione ancora agli inizi, si avverte lo spessore compositivo della scrittura del cantautore ligure.Testi dai toni fiabeschi, e la delicatezza strumentale ne esalta i contorni tra il pianismo di Roberto Giglio (che con Sergio Fadda firma gli arrangiamenti), i passaggi di fisarmonica di Claudio Catalli, i soffusi arpeggi di Marcello Peghin alla chitarra o i mai invasivi inserimenti del flauto di Mauro Uselli.
Ma c’è, brillantissimo, anche l’uso del flicorno del giovane Emanuele Dau, di straordinaria intensità in Com’è difficile o luminoso nel finale di Se sapessi come fai.
E c’è anche il Tenco diverso dallo stereotipo di “cantautore triste” che ne ha caratterizzato e alimentato il mito: quello delle ballate ironiche, in cui è evidente una forma pur embrionale di canzone teatro. E così ne La ballata della moda Tenco prende di mira il mondo della pubblicità e ironizza sugli “utenti” meno smaliziati, mentre ne La ballata della vita sociale affronta il tema della corruzione. Così come non manca il riferimento al rock, genere presente anche nella produzione di Tenco, che pure ha nel jazz la sua matrice musicale.

Zicconi è abilissimo nell’appropriarsi in maniera molto originale di quei motivi e interpretarli con la padronanza e la personalità di un navigato chansonnier.
Nella Ballata della moda il suo è un approccio quasi teatrale all’incalzante progresso narrativo di quel brano e Zicconi è efficace, in un ruolo quasi da cantastorie, nel rivestirlo dell’ironia e dell’amara considerazione sui primi effetti del consumismo figlio del boom anni Sessanta che Tenco aveva affidato alla sua penna.
Cosi come è sulla fisarmonica che adatta il tono severo della sua voce a quell’impietoso quadretto, che suona di straordinaria attualità, dipinto nella Ballata della vita sociale.
Questo lavoro, in sintesi, vuole dimostrare che Luigi Tenco è non solo attuale nei temi e nelle costruzioni armoniche, ma anche che durante una carriera brevissima, durata soli sei anni, ha trattato tutti quegli aspetti che poi saranno altri, dopo di lui, ad affrontare ed esaltare. Aspetti, questi, che fanno di Luigi Tenco una sorta di apripista della canzone d’autore italiana.

Il lavoro gode del beneplacito della Famiglia Tenco. Anzi la stessa Patrizia Tenco ricorda la sua genesi, in una giornata di fine maggio del 2010 in una casa di campagna a Alghero.
“In quella casa – scrive nelle note del booklet che accompagnano il CD – ascoltando Paolo Zicconi cantare accompagnandosi con il pianoforte, si concretizzò il progetto
di questo appassionato e sincero omaggio a Luigi, frutto di un lavoro e di un impegno che Paolo e i musicisti che lo hanno accompagnato hanno svolto con grande passione e con il rispetto e la dedizione che possono nascere solo dalla professionalità e da una pura, onesta intenzione”.
Progetto reso possibile dall’intervento di musicisti di diversa estrazione, che spaziano dal jazz al pop-rock fino alla musica brasiliana.
Vi hanno suonato Paolo Zuddas (percussioni, batteria), Riccardo Collu (batteria), Sergio Fadda (basso elettrico e arrangiamenti), Salvatore Maltana e Nicola Murenu (contrabbasso), Claudio Catalli e Fabio Manconi (fisarmonica), Gian Mario Solinas (organo Hammond), Marcello Peghin, Davide Salvatore Masu (chitarre), Roberto Giglio (pianoforte e arrangiamenti), Mauro Uselli (flauto traverso), Emanuele Dau (tromba e flicorno).

Il libretto che completa il digipack
è arricchito dalle illustrazioni di Maria Vittoria Conconi, pittrice dell’universo femminile, quello che caratterizza buona parte della produzione tenchiana.

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